Salute: Nel bulldog non sono considerate patologie genetiche, perché tipiche della razza le seguenti: entropion, ectropion, displasia dell'anca, del ginocchio e del gomito, emivertebre, iperplasia del palato molle, ipoplasia della trachea, stenosi delle narici, ghiandola della terza palpebra, dermatiti, rogna demodettica.
Il Bulldog respira male !?!
I difetti respiratori nel bulldog sono sempre da imputare alle prime vie aeree, a quella che in medicina veterinaria si chiama sindrome brachicefalica. E' presente in tutti i cani brachicefali, ma nel bulldog e' molto evidente. Si tratta di tre problematiche spesso associate, ma a volte presenti anche da sole. Il primo problema riguarda le narici; spesso il bulldog soffre di stenosi delle narici e l'aria fatica ad entrare in questa fessura troppo piccola; il secondo problema riguarda il palato molle, il bullo soffre di iperplasia del palato molle;, in sostanza c'è un'eccedenza di questo tessuto che ostruisce l'ingresso di aria; il terzo problema riguarda le dimensioni della trachea che nel bulldog può essere più piccola del normale e dare origine alla ipoplasia della trachea. Praticamente il lume della trachea è piccolo e non consente un buon ingresso d'aria.
A questo possiamo aggiungere anche l'eversione dei sacculi laringei. Tutti questi difetti anatomici non consentono un giusto ingresso d'aria e quindi una buona ossigenazione: provocano quindi una riduzione del flusso d'aria circolante nelle vie aeree superiori causando disturbi clinici di ostruzione di queste, quali respirazione rumorosa, stridori, cianosi (quando diventano blu le mucose), sincope (quando perdono conoscenza). I segni clinici si manifestano in modo più evidente quando il cane è sottoposto a sforzi fisici, stato di eccitazione ed elevata temperatura ambientale.
Purtroppo sono difetti correlati alla morfologia del bulldog, quindi sono spesso presenti. Una altra cosa va sottolineata: i nostri bulldog sono animali estremamente sensibili e succede frequentemente che cani che nel loro habitat respirano benissimo, quando si trovano in situazioni di stress presentano sindromi respiratorie. Questo non è dovuto ad alcun difetto anatomico, ma solo ad un eccesso di sensibilità che fa parte del patrimonio genetico caratteriale del bullo. Chirurgicamente si può correggere con ottimi risultati sia la stenosi delle narici che l'iperplasia del palato molle che l'eversione dei sacculi laringei, mentre per l'ipoplasia della trachea il discorso è più complesso.
Il palato molle
I nostri bulldog hanno una forma della testa molto caratterizzata: la cosa più evidente è la mandibola superiore corta, per cui le narici, le cavità nasali, la faringe respiratoria e la laringe sono ammassati in pochissimo spazio. Questo già crea normalmente difficoltà respiratoria che, nei bulldog che non presentano patologia, di solito si limita a provocare una respirazione rumorosa. In questi bulli però l'attività; non è assolutamente limitata. Nei casi però molto “spinti”, e cioè nei bulli ipertipici, può provocare dispnea respiratoria (cioè hanno difficoltà a respirare), con cianosi (le mucose diventano scure) e tendenza al collasso sotto sforzo o per eccitazione.
Questo perché l'inspirazione prolungata, incrementando la pressione negativa all'interno della faringe, risucchia le pareti laterali del faringe ed i sacculi laringei verso l'interno delle vie aeree superiori e ciò ostacola ulteriormente l'ingresso dell'aria. Nei cani il palato molle copre poco l'epiglottide, mentre nei bulldog spesso la copre per la maggior parte e per questo può ostruire la glottide se è ispessito, come accade nel corso di flogosi o edema, oppure se è anche soltanto più abbondante del solito. Le crisi respiratorie da ostruzione, estremamente pericolose, insorgono più facilmente in caso di impegno fisico o di eccitazione.
La diagnosi è facile: ma per osservare il retrobocca (manovra alla quale la maggior parte dei bulli oppone resistenza), è meglio ricorrere ad una leggerissima sedazione. La terapia è chirurgica. I sintomi sono quelli descritti: respirazione molto difficoltosa che peggiora dopo l'attività fisica o perché il cane è in grande eccitazione,recupero molto lento, mucose scure in questi frangenti, svenimenti e rigurgiti ricorrenti. Nel caso si decida di affrontare la chirurgia di resezione del palato, è sempre consigliabile controllare le narici, perché abbastanza frequentemente nel bulldog sono stenotiche (più piccole del normale, con spessore eccessivo delle cartilagini alari laterali e del rispettivo rivestimento epiteliale). Nell'eventualità che questo accada, si interviene chirurgicamente anche sulle narici, per allargare l'ingresso d'aria.
Il colpo di calore
Tutti coloro che si avvicinano al mondo dei bulldog devono sapere che il nostro cane ha un acerrimo nemico: il caldo. Le morti precoci per il colpo di calore purtroppo non sono rare; per questo un padrone coscienzioso deve informarsi e sapere bene come comportarsi. Ovvio che la cosa più importante è la prevenzione! Evitare, quando possibile, tutte le situazioni di caldo, evitare che il cane si agiti o solamente si muova troppo quando il respiro comincia a diventare un po' troppo pesante o quando la dimensione ed il colore della lingua e delle mucose si scostano troppo dal normale.
L'immersione (in una vasca, in una bacinella, in qualsiasi cosa troviate che lo contenga) riporta velocemente il respiro alla normalità e nel giro di pochi minuti il cane riprende a respirare bene nel 90% dei casi. Queste pratiche sono da eseguire subito, prima di portare il cane dal veterinario. E' importantissimo infatti far scendere la temperatura corporea del cane e con l'immersione si ha una risposta veloce e davvero efficace. Molti proprietari di bulli non conoscono questa pratica ed intervengono solo bagnando il cane o appoggiando sulla testa e sul tronco del ghiaccio; questo è un metodo utile in fase iniziale, ma se il colpo di calore è in fase avanzata bisogna immergerlo in acqua fredda.
Altro aspetto davvero tipico del bullo: poichè sono cani tanto sensibili quando cominciano ad avvertire il malessere generato dall'inizio del colpo di calore, si agitano moltissimo; questa agitazione li fa scaldare ancora di più e più si scaldano e più si agitano... per cui è necessario interrompere questo circolo vizioso. Lo si interrompe somministrandogli un tranquillante: qualche goccia (due o tre) di Killitam li rilasserà e verrà interrotto questo circolo. Per quella che è la mia esperienza, in questi casi trovo più importante la somministrazione di Killitam che del cortisone. E' chiaro che se il cane arriva allo stato di shock, il cortisone è fondamentale, ma se si ha la possibilità di immergere il cane e somministrargli un po' di tranquillante, si risolvono casi anche molto gravi (una lingua nera per intenderci, respiro a fischio e rantoli enormi).
Ricordate che il bulldog è capace di autoindurre il colpo di calore. Quando si agitano moltissimo arrivano ad avere sintomi identici a quelli del colpo di calore anche se la temperatura esterna è di 10 gradi!!! Il comportamento da attuare è il medesimo. Se vi capitasse ciò sopra descritto, cercate di raffreddare (oltre al resto) soprattutto i polpastrelli, importantissimi in caso di colpo di calore, poichè il calore filtra anche attraverso i medesimi. Per quanto riguarda il cortisone, se qualcuno di voi si trova nel panico nel fare una puntura, in caso di necessità potete inserire direttamente il cortisone nell'ano attraverso la siringa senza ago; questo metodo, oltre ad evitarvi di fare la puntura, permette al farmaco di andare in circolo immediatamente, essendo l'ano uno dei punti più vascolarizzati del corpo.
In una fase iniziale è meglio mettere il cane in una stanza fresca, meglio se in penombra, con acqua fresca a disposizione, senza possibilità di fare movimento; meglio se lasciato solo (con, ovviamente, la possibilità di controllarlo). Se la situazione non migliora allora è bene cominciare a bagnarlo su tutto il corpo con acqua fredda. Se anche così non ci fosse miglioramento allora velocemente bisogna immergerlo in acqua fredda, tutto il corpo esclusa la testa.
Rogna demodettica
La demodicosi è una malattia parassitaria generata dall'acaro "Demodex che invade il follicolo pilifero e le ghiandole sebacee. Se il Demodex è in piccolo numero, la sua presenza sul cane è normale; se si sviluppa in grandi quantità diventa patogeno. La Demodicosi non è una malattia contagiosa per gli animali sani e non si trasmette all'uomo. Una volta si diceva che veniva trasmessa dalla madre ai cuccioli durante il parto e l'allattamento: oggi si è concordi nel dire che esiste una predisposizione ereditaria a contrarre la malattia. La malattia si presenta principalmente in due forme: una localizzata e una generalizzata La forma localizzata colpisce soprattutto i cuccioli sotto l'anno di vita, si presenta con macchie senza pelo intorno alla testa al collo e agli arti anteriori.
Nei bulldog la forma localizzata è frequentissima e sottostimata: il proprietario infatti, spesso non se ne accorge o non se ne preoccupa, perchè sono presenti solo alcune rarefazioni del pelo o piccole zone alopeciche (aree senza pelo) prevalentemente sulla testa e sul musetto. I sintomi si evidenziano in prossimità del primo stress fisiologico che è rappresentato dal primo calore nelle femmine e durante la relativa tempesta ormonale nei maschi. Queste forme localizzate sono considerate autolimitanti ed autoguarenti. Tuttavia molti veterinari preferiscono curarle comunque per la paura che si trasformino nella forma generalizzata, che è invece una patologia più seria.
I cani che hanno contratto una demodicosi generalizzata non dovrebbero essere utilzzati in riproduzione, mentre per le forme localizzate non esistono restrizioni. La forma generalizzata si presenta con alopecie a chiazze o diffuse che si trasformano in eritemi e croste che danno origine ad una forma squamosa. L'infezione batterica di queste aree, può sviluppare una piodermite secondaria provocando un danno a volte molto profondo. Il miglior metodo per trovare il Demodex è effettuare un raschiato cutaneo e nei casi più gravi, abbinarlo ad esami del sangue generali (emocromocitometrico), per vedere le condizioni generali del cane.
Rogna sarcoptica
Il parassita Sarcoptes scabiei,causa alterazioni pruriginose alla cute nella zona delle ascelle, delle orecchie e delle zampe, è proprio di tutti i mammiferi domestici, uomo compreso, che causa una malattia chiamata Scabbia. Questo acaro ha una distribuzione cosmopolita ed è dotato di un forte adattamento biologico: recentemente, infatti, è stato notata l’esistenza di ceppi altamente ospite-specifici nell’ambito di una stessa specie. Sarcoptes ha corpo tondeggiante, che può raggiungere il mezzo mm, e zampe corte appena sporgenti dai margini, ma la caratteristica morfologica più importante è la presenza dalle numerosissime pieghe trasversali e dalle scaglie triangolari presenti sul dorso, caratteristiche che nessun altro acaro dei mammiferi domestici presenta.
Il parassita fecondato scava gallerie negli strati più superficiali dell’epidermide, dove depone le uova, che schiudono dopo soli 3-5 giorni liberando le larve, che poi diventeranno adulti, nutrendosi dei liquidi interstiziali provenienti dai tessuti danneggiati dell’ospite.I maschi si dirigono sempre alla ricerca delle femmine sulla superficie cutanea ed il ciclo si completa sempre in 17-21 giorni. L’infestazione ha luogo per contatto, presumibilmente ad opera delle larve, che sono di frequente presenti sulla superficie cutanea. La sede preferenziale di questi acari è rappresentata da orecchie, muso e gomiti, ma, in caso di gravi infestazioni, le lesioni possono interessare anche tutto il corpo.
Le lesioni si manifestano nelle fasi iniziali con un eritema, seguito dalla formazione di papule, scaglie, croste ed alopecia. La rogna sarcoptica è generalmente caratterizzata da intenso prurito e frequenti sono i danni causati dall’autotraumatismo. Il trattamento per essere efficace, deve essere localizzato (bagno) e contenere acaricidi. Deve avere scadenza settimanale ed essere effettuato per almeno 4 settimane, proseguendo, all’occorrenza, fino alla totale scomparsa delle lesioni. Poiché la malattia è altamente contagiosa, i cani colpiti dovrebbero essere isolati ed i proprietari avvisati del fatto che la guarigione richiede tempi lunghi; in ogni caso, sarebbe opportuno trattare anche gli altri cani con cui vivono a contatto.
Alopecia ciclica del fianco
L’alopecia ciclica del fianco, anche detta alopecia stagionale del fianco, è una patologia molto frequente nei bulldog ed è caratterizzata dalla presenza di aree alopeciche, spesso marcatamente iperpigmentate, non pruriginose, che interessano la regione del fianco, ma che possono anche coinvolgere altre zone della regione toracolombare. La sua evoluzione consiste generalmente in una spontanea ricrescita del pelo nell’arco di tre/sei mesi dall’insorgenza dei primi segni di caduta. La maggioranza degli individui che ne sono affetti sono solitamente soggetti a recidive aventi carattere ciclico nel corso degli anni, quasi sempre su base stagionale.
La causa dell’alopecia stagionale del fianco resta ancora sconosciuta. Un orientamento recente è quello di considerare questa malattia una displasia-distrofia follicolare ciclica, molto probabilmente correlata al fotoperiodo, ed in particolare, modulata dagli ormoni che vengono rilasciati in funzione del fotoperiodo. Per questo motivo la teoria oggi più accreditata circa l’eziologia dell’alopecia stagionale del fianco vede nella carenza genetica di melatonina, ormone fotodipendente regolante la crescita pilifera, la causa della malattia. Poiché questa forma ha la caratteristica di tendere alla remissione spontanea per poi ricomparire nella stessa stagione gli anni successivi, lo scopo principale della terapia dovrebbe essere quello di prevenire gli episodi futuri.
Acne
I nostri bulldog ne soffrono spesso. I fattori scatenanti sono costituiti da una alta concentrazione di ghiandole sebacee e da aumentati livelli di androgeni circolanti. Nelle parti colpite si possono isolare batteri di tipo staphylococcus. E' una patologia che colpisce frequentemente cani giovani, dai tre mesi all'anno di età. Solo in casi eccezionali persiste nell'adulto. Le lesioni sono limitate a mento e labbra e si notano papule e pustole. La diagnosi si effettua grazie ai segni clinici ed a un esame batteriologico. L'acne nei casi lievi non richiede trattamento mentre, nei casi di moderata gravità, è utile invece pulire e disinfettare la parte colpita con shampoo al benzoilperossido al 2,5% o, meglio ancora, con alcool. Oltre alla terapia locale è indicata la terapia sistemica con antibiotici: ampicillina, cefalessina, amoxicillina con acido clavulanico per un periodo di 2/4 settimane.
Piodermite
I cani sono suscettibili di infezioni cutanee di origine batterica. Queste malattie possono essere classificate in base alla profondità dell'infezione. La piodermite superficiale determina l'infezione sia dei follicoli piliferi che delle regioni interfollicari. Si tratta di malattia in cui il mutamento delle condizioni presenti a livello della superficie cutanea determina un degrado della funzione di barriera superficiale e promuove la proliferazione batterica. La piodermite profonda si ha invece quando l'infezione raggiunge il derma portando foruncolosi, cellulite, malattie granulomatose e pannicolite. Le piodermite profonde possono essere localizzate o generalizzate. Si manifestano quando esiste una marcata riduzione di immunità e di funzione di barriera cutanea. Il termine piodermite viene usato molto genericamente e non indica l'esistenza di pus visibile in tutti questi casi.
La pododermatite
La pododermatite e' una malattia multifattoriale che spesso colpisce i piedi dei nostri bulldog. Le cause che determinano questa malattia sono svariate: 1) piccole spine,ariste di graminacee,traumi dovuti a sassi... 2) possono dipendere da parassiti ( una demodicosi,, infestazione da zecche ed ancilostomi) 3) puo' essere secondaria ad allergie da contatto,inalatorie o alimentari, 4) puo' essere secondaria ad un eccessivo leccamento da parte di animali stressati, o a disordini del metabolismo dello zinco 5) cisti interdigitali Inizialmente i piedi appaiono gonfi ed eritematosi. Le lesioni possono consistere in pustule, noduli e fistole.
E' spesso presente un essudato emorragico. Ci puo' essere dolore e prurito, ma questo dipende da quale delle cause sopracitate genera la malattia. La terapia dipende sempre dalla causa: è necessario fare raschiati, strisci per l'esame citologico, colture per miceti, batteri ed antibiogrammi.In tutti i casi l'infezione batterica e' combattuta con antibiotici sistemici, scelti sulla base dell'antibiogramma per almeno 6/8 settimane. I piedi inoltre, devono essere puliti e sottoposti ad impacchi di clorexidina.Utilissimi sono anche pediluvi quotidiani o idromassaggi con questa soluzione.
Cisti interdigitali
Le cisti interdigitali nei nostri bulli sembrano essere determinate da un fatto meccanico dovuto alla loro morfologia più che ad una infezione, come invece molti pensano. La loro postura, unita alla meccanica del loro movimento (scaricano tutto il peso del corpo sull'anteriore) determina la formazione di queste cisti. Per questo sono quasi sempre presenti sulle zampe anteriori e per questo sono tendenzialmente recidivanti. Quindi gli antibatterici locali o sistemici sono adatti solo ad evitare che si infettino, come effetto secondario. Volendo si può dare localmente un prodotto a base di antibiotico e cortisone. Diversamente, se al cane non danno fastidio, non è necessario trattarle, guariscono da se'. In alternaitva si possono fare immersioni della zampetta in acqua e sale, metodo naturale e come tale molto blando, ma privo di qualsivoglia effetto collaterale.
Allergia atopica
La dermatite atopica è una delle malattie allergiche della cute a più alta incidenza nella specie canina. Si manifesta in media dai 6 mesi ai 3 anni di età ed è sicuramente presente una predisposizione genetica ereditaria sottostante e le sue manifestazioni possono durare anche tutta la vita. La dermatite si manifesta quando il cane sensibile viene in contatto o inala un comune allergene, come gli acari della polvere, pollini e spore, che danno luogo alla reazione allergica. Il sintomo principale è il prurito: il cane tende a grattarsi e il continuo autotraumatismo peggiora l'infiammazione cutanea provocando lesioni della pelle, perdita di pelo (alopecia), cute secca con presenza di forfora.
Questa situazione può essere aggravata da infezioni batteriche e micotiche. Visto che differenti malattie cutanee provocano prurito, solo il Veterinario sarà in grado, dopo un'accurata visita e tramite test diagnostici, di escludere le altre malattie e fare diagnosi di dermatite atopica. La dermatite atopica è una malattia ad andamento cronico con manifestazioni variabili, sia nel tempo che in intensità, anche nello stesso soggetto. Per questo motivo possono rendersi necessari trattamenti ripetuti. La soluzione più auspicabile è quella di trovare il trattamento con i minori effetti collaterali e la maggiore efficacia terapeutica al fine di alleviare il più possibile la sintomatologi, fino ad ottenere periodi con totale assenza di sintomi.
Patologie oculistiche
Le patologie più frequenti nei bulli sono l'ipertrofia della ghiandola della terza palpebra, la disticchiasi, l'entropion, l'ectropion. L'ipertrofia della ghiandola della terza palpebra è in assoluto la patologia di tipo oculistico più comune nel bulldog. Si manifesta con più frequenza nel cane giovane, ma a volte (più raramente) compare anche nel cane adulto. Si tratta di questo: la ghiandolina è normalmente presente in tutti i cani in alcune razze, tra queste la nostra, tende a fuoriuscire dalla sua sede naturale per una molteplicità di fattori che vanno dalla lassità del legamento che la trattiene alla tendenza alle infiammazioni.
Il proprietario vede una ciliegina nell'angolo interno dell'occhio. Esce di solito dopo uno sforzo, giochi sfrenati, oppure dopo che il bullo è stato "tirato" a lungo al guinzaglio. A volte, raramente, rientra da se' dopo una bella dormita. Di fatto, se questa ghiandolina fuoriesce va riposizionata. Si può tentare, inizialmente, con una cura medica che di solito da' scarsi risultati, ma vale la pena di provare. Se poi l'esito è negativo, bisogna riposizionarla chirurgicamente. Fate attenzione ad una cosa: la maggior parte delle volte questa patologia bilaterale, per cui conviene sempre aspettare ad operare, che esca anche dall'altra parte; questo ovviamente per evitare di operare il cane due volte.
Una volta, molti anni fa, questa ghiandola veniva tolta: l'intervento si effettuava senza anestesia e punti. Col tempo però si è visto che la ghiandola è responsabile della lacrimazione dell'occhio, e quindi se veniva tolta, l'occhio perdeva la funzione di lacrimazione e si andava incontro a cheratocongiuntivite secca (occhio secco). La conseguenza del togliere la ghiandola è che l'occhio va curato tutta la vita per sopperire alla mancata lacrimazione; a volte con scarsi risultati. Oggi giorno è pratica comune riposizionarla.
Le tecniche chirurgiche utilizzate sono due: o si crea una tasca o si ancora all'osso. In entrambi i casi, la ghiandola viene preservata, così come la sua funzionalità. Il consiglio è di rivolgersi ad un veterinario oculista, in quanto la riuscita dell'intervento è direttamente proporzionale all'abilità dell'operatore. Infatti i casi di recidiva, sono scarsissimi se il veterinario è esperto. L'intervento viene effettuato in anestesia totale e il decorso post operatorio è semplice. E' sufficiente somministrare un antibiotico sistemico ed uno locale per una settimana. Alcuni veterinari fanno mettere il collare elisabetta: è davvero molto stressante per il cane. Purtroppo in questo tipo di patologia la selezione ha scarsi risultati, perchè esiste una forte predisposizione di razza che sembra essere strettamente collegata alla morfologia della testa.
Otoematoma
L'otoematoma è piuttosto frequente nei bulli e sembra dipendere dal fatto che hanno facilita' a contrarre otite , soprattutto da malassezia. L'otoematona è quasi sempre conseguente ad un trauma ( il cane che si gratta di continuo ad esempio, o che sbatte violentemente la testa). E' per questo frequente anche nei cani allergici che si grattano tanto.Si rompono dei vasi sanguigni all'interno del padiglione auricolare, sotto la cartilagine e si forma un rigonfiamento, piu' o meno grande. Questo versamento può determinare un rigonfiamento grande come una piccola pallina oppure avere dimensioni di un salsiciotto.
I veterinari tendenzialmente praticano un piccolo intervento per inserire un drenaggio, in quanto il siero continua a prodursi per un po' di tempo. Se l'intervento e' fatto bene e con tempismo, l'orecchio torna identico a prima. E' necessaria anestesia totale e l'inserimento del collare elisabetta per impedire al cane di togliersi il drenaggio. Si può decidere di non intervenire chirurgicamente e siringare il siero, l'orecchio rimane però un po' ispessito, ma , a parte questo, il risultato è identico. In questo caso, lo si siringa da sveglio e non ovviamente non c'è bisogno del collare. Infine è necessario, curare la otite, se c'è.
Fonte
MONDOBULLDOG
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